La famiglia di pupanti napoletani che maggiormente ha operato sul territorio e di cui ancora oggi è vivo il ricordo negli animi delle persone non più giovani: la famiglia Corelli.
Il capostipite di questa famiglia fu Nicola Corelli diretto discendente di Giuseppina Errico, pupante attiva a Napoli dal 1826, meglio conosciuta come “Donna Peppa” e di Salvatore Petito, uno dei più famosi e popolari Pulcinella napoletani. La figlia di Petito, Adelaide, sposò l’ufficiale borbonico Fausto Corelli, che per amore della donna rinunciò alla carriera militare per dedicarsi al teatro. Dalla loro unione nacque Nicola che apprese dai nonni il mestiere di pupante anche se il suo esordio in campo artistico lo farà come impresario teatrale. Successivamente si dedicò alla recitazione di prosa, interpretando ruoli drammatici di un repertorio classico del tempo come ad esempio “Le due orfanelle”, “La jena del cimitero”, “La cieca di Sorrento”.
Verso il 1880 Nicola Corelli, e la sua famiglia si trasferì a Torre Annunziata fondando due teatri: uno di prosa, il “teatro Corelli”, oggi conosciuto come “Politeama”, l’altro di pupi e marionette in via Fortuna, che dopo qualche anno fu trasferito al Corso Umberto I°, dove si esponevano i cartelloni, disegnati a mano, a colori vivaci, che pubblicizzavano lo spettacolo della sera. Dal palazzo, dove la famiglia abitava e dove tuttora vive l’ultimo puparo, i pupi venivano trasportati al teatrino in grossi “sportoni”, da giovani interessati a guadagnarsi l’ingresso. Oltre al lavoro in proprio, Nicola non disdegnava le scritture che gli venivano offerte da altre compagnie teatrali napoletane che lo richiedevano sia come attore che come pupante, tra cui la compagnia di Giovanni de Simone; Filippo Buonandi e Luigi Di Giovanni, figure che accompagneranno spesso l’attività teatrale dei Corelli.
Oltre al teatro stabile dei pupi che operava a Torre Annunziata, Nicola mette su un teatro viaggiante, i primi spettacoli effettuati aCastellammare di Stabia (Na) portano la data del 1902 (data ritrovata sull’ultima pagina di un copione in cartapecora di un classico per le marionette “La cavalleria Rusticana” appartenente alla collezione privata di Lucio Corelli). Per diversi anni Castellammare di Stabia diventerà una piazza importante, prima per Nicola Corelli poi per i figli Vincenzo e Amedeo, quest’ultimo addirittura ci si stabilirà.
Dal 1918 al ‘25, il teatro dei pupi fu gestito dai figli Alberto, Amedeo, Arturo e Vincenzo. Alberto era un buon parlatore dalla voce squillante, ed infatti interpretava il personaggio più importante, “Orlando”, ma era poco abile nel maneggiare i pupi mentre Amedeo, era più abile nel manovrarli che nel dargli voce perchè i suoi toni erano troppo fievoli e delicati, considerando che in quel periodo non esistevano microfoni, formatosi alla scuola di Petito era un grandissimo interprete di Pulcinella. Vincenzo interpretava “Rinaldo” e faceva da spalla al fratello Amedeo, Arturo non recitava. Al botteghino c’era Donna Carolina de Simone, moglie di Nicola (in seguito sostituita da Donna Raffaella moglie di Alberto e successivamente da Giovanna Furiati moglie di Vincenzo).
Alla morte di Nicola avvenuta nel 1926 il patrimonio, molto ingente e consistente in marionette, pupi, copioni, scene, costumi teatrali, e due teatri di Torre Annunziata viene diviso equamente tra tutti i figli maschi, due dei quali, Amedeo e Vincenzo, che avevano imparato l’arte del pupante dal padre, continuarono questa attività.
Nel 1930 a Castellammare di Stabia impianteranno il primo teatrino stabile in via Regina Margherita, nella struttura che poi diventerà il cinema “Nazionale”. Nei circa quattro mesi di rappresentazioni del ciclo Carolingio (costituito da circa 160 episodi delle storie dei Paladini e di Carlo Magno Imperatore) registrarono quasi sempre il tutto esaurito, tanto da replicare, e per intero, lo stesso una seconda volta, senza contare poi le repliche dei cosidetti “episodi forti” richiesti dal pubblico.
Vincenzo tornerà a Torre Annunziata, restandovi fino al 1948, operando nel teatro stabile presso Largo Fabbrica d’armi, e fra una rappresentazione teatrale ed un'altra si sposta con il teatro viaggiante in tutta la Campania, raggiungendo a più riprese anche alcune piazze della Calabria, della Basilicata e della Puglia.
Nel 1945, all’età di 6 anni, fa il suo esordio, come parlatore, Lucio Corelli figlio di Vincenzo, e nel ‘52, a tredici anni, è già un abile “oprante”.
L’avvento della televisione mette in crisi il teatro dei pupi, e nel 1955 la compagnia Corelli e la compagnia dei Di Giovanni decidono di lavorare assieme sulla piazza di Salerno.
Nel 1956 la compagnia Corelli diviene nuovamente itinerante ritorna in Puglia ed in Calabria, stazionando per lunghi periodi in quelle città dove ancora era vivo l’interesse per le opere cavalleresche, come San Severo, Trani, Bari, Foggia, Manfredonia. Vincenzo guida la compagnia, ma ormai non recita più.
Nel 1961 ritornano a Torre Annunziata, via Castello e a maggio dello stesso anno registriamo un intervento a Castellammare di Stabia del teatrino viaggiante di Vincenzo Corelli e dei figli Lucio, Nicola, e Maria Rosaria che lavoreranno nuovamente sulla Marina. Tra i vari componenti della famiglia Corelli, ricordiamo inoltre anche la partecipazione di altri fratelli, se pur non assidua e costante, quella di Vincenzo ed Anna.
Nel 1962, la compagnia ritorna in Puglia spostandosi per tutta la regione fino al 1969, ma Vincenzo ormai ammalatosi non segue più la compagnia che viene gestita dai figli.
Alla morte di Vincenzo avvenuta nel 1970, e dopo un breve periodo di silenzio durato circa un anno, l’“opera dei pupi” si stabilsce nel Novembre del 1971 a Torre Annunziata, in via Luigi Zuppetta 36, grazie all’intervento di Lucio e Nicola, attivi fino al 1975.
Dopo 4 anni di assenza dal teatro, nel 1979, Lucio Corelli da vita ad un unico spettacolo di pupi nel teatro Metropolitan di Torre Annunziata, molto atteso dai cittadini torresi, tanto da avere una presenza di pubblico di circa mille persone. In quella occasione lavorarono assieme e per l’ultima volta, i fratelli Lucio, Nicola e Vincenzo.
Dopo un anno Lucio Corelli riapre il teatrino a Torre Annunziata in via Zuppetta, con l’aiuto della moglie Carmela, dei suoi due figli Vincenzo e Giovanna e della madre Giovanna Furiati, che stava al botteghino, continuando quella tradizione lasciatagli dal padre Vincenzo. Il teatrino resterà attivo fino al 1985.
Dopo un’ennesima e lunga pausa, nel 1991 Lucio si fa protagonista di un altro spettacolo, al teatro Don Bosco presso i Salesiani in via Regina Margherita. Si registra il tutto esaurito.
Dopo un’assenza durata 18 anni, con un primo spettacolo nel novembre 2009 ed un secondo nel febbraio 2010, grazie al comune di Torre Annunziata e all’Istituto tecnico Ernesto Cesaro, Lucio Corelli ha avuto la possibilità di far riscoprire quest’arte ai giovani, con una serie di spettacoli messi in scena proprio con i giovani, che con il loro interessamento e la guida del maestro Corelli, hanno ridato voce e vita a quei personaggi cavallereschi d’altri tempi.